Circolo Didattico "CROSIA-MIRTO" (CS) |
In collaborazione con COMUNE DI CROSIA |
Antonio Vivaldi ESTRO ARMONICO - QUATTRO STAGIONI Palateatro Comunale di Mirto Crosia Sabato 1 ottobre 2011, ore 17.00 |
CONCERTO DELL’ORCHESTRA DA CAMERA "PABLO’S ENSAMBLE"
Programma
Franco Rizzo, Presidente del Circolo - Gerardo Aiello, Sindaco di CrosiaConcerto 1. dall’ "Estro Armonico" - concerto n. 6 per violino e orchestra in La min - Solista: Manuel Bilotto2. concerto per violino e orchestra in Sol min - Solista: Maria Laura Vetere 3. dall’ "Estro Armonico" - concerto n. 8 per due violini e orchestra in La min - Solisti: Mattia De Bartolo e Mattia Madeo 4. "Le Quattro Stagioni" - concerti per violino e orchestra in La min Solisti: Mihaela Oggiano, Primavera - Claudia Rocco, Estate - Mattia Tiso, Autunno - Maria Teresa Giordano, Inverno Orchestra - Violini: Paolo Montefusco, Laura Speranza, Giuseppe Perri, Francesca Ylenia Santoro - Viola: Luciano Sagnolo - Violoncello: Antonio Salvati Le Quattro Stagioni saranno presentate dagli allievi del Circolo Didattico Crosia-Mirto Scuola primaria Classi: 5AB Sorrenti, 5AB Via dell'Arte, 5A Via del Sole |
|
Le quattro stagioni sono probabilmente i pezzi più famosi di Vivaldi. Si tratta di quattro concerti solisti per violino e archi, ciascuno dei quali è ispirato a una stagione dell'anno. Ogni concerto è accompagnato da un sonetto che descrive gli aspetti e i fenomeni naturali tipici della stagione a cui si riferisce. Ispirandosi a questi sonetti, Vivaldi compone una musica che ricrea con effetti strumentali le immagini descritte dalle parole. |
|
La Primavera |
|
Giunt'è la Primavera e festosetti La salutan gl'augei con lieto canto, E i fonti allo spirar de' zeffiretti Con dolce mormorìo scorrono intanto; Vengon coprendo l'aer di nero manto E lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti Indi tacendo questi, gl'augelletti |
Tornan di nuovo al lor canoro incanto: E quindi sul fiorito ameno prato Al caro mormorìo di fronde e piante Dorme 'l caprar col fido can' a lato. Di pastoral zampogna al suon festante Danzan ninfe e pastor nel tetto amato Di Primavera all'apparir brillante. |
L’Estate |
|
Sotto dura stagion dal sole accesa Langue l'huom, langue 'l gregge, ed arde 'l pino, Scioglie il cucco la voce, e tosto intesa Canta la tortorella e 'l gardellino. Zeffiro dolce spira, ma contesa Muove Borea improvviso al suo vicino; E piange il Pastorel, perché sospesa |
Teme fiera borasca, e 'l suo destino; Toglie alle membra lasse il suo riposoIl timore de' lampi, e tuoni fieri E de mosche, e mosconi il stuol furioso: Ah che pur troppo i suoi timor sono veri Tuona e fulmina il cielo grandinoso Tronca il capo alle spiche e a' grani alteri. |
L’Autunno |
|
Celebra il Villanel con balli e canti Del felice raccolto il bel piacere E del liquor di Bacco accesi tanti Finiscono col sonno il lor godere. Fa' ch'ogn'uno tralasci e balli e canti L'aria che temperata dà piacere, E la Stagion ch'inventa tanti e tanti |
D'un dolcissimo sonno al bel godere. I cacciator alla nov'alba a cacciaCon corni, schioppi, e cani escono fuore. Fugge la belva, e seguono la traccia Già sbigottita, e lassa al gran rumore De' schioppi e cani, ferita minaccia Languida di fuggir, ma oppressa muore. |
L’Inverno |
|
Agghiacciato tremar tra nevi algenti Al severo spirar d'orrido Vento, Correr battendo i piedi ogni momento; E pel soverchio gel batter i denti; Passar' al foco dì quieti e contenti Mentre la pioggia fuor bagna ben cento. Camminar sopra 'l ghiaccio, e a passo lento |
Per timor di cader girsene intenti; Gir forte, sdruccievole, cader a terra Di nuovo ir sopra 'l ghiaccio e correr forte Sin che 'l ghiaccio si rompe, e si disserra; Sentir uscir dalle ferrate porte Scirocco, Borea e tutti i Venti in guerra. Quest'è 'l Verno, ma tal che gioja apporte. |