Circolo Didattico "CROSIA-MIRTO" (CS)

Conferenza "I 150 ANNI DELL'UNITA' D'ITALIA"

Scuola Primaria VIA DEL SOLE - Scuola dell'Infanzia SOTTOFERROVIA

30 Marzo 2011

Benvenuti alla nostra manifestazione. Siamo qui per festeggiare il 150°anniversario dell’Unità d’Italia. Noi italiani ci sentiamo uniti quando gioca la nazionale di calcio, quando qualcuno ironizza  su di noi dicendo che siamo solo spaghetti e mandolino, quando nei paesi stranieri vediamo insegne di trattorie – pizzerie – bar – specialità gastronomiche – moda … italiani, quando, tutti insieme, abbiamo la possibilità di manifestare la nostra solidarietà a chi è stato vittima di eventi catastrofici o vive in condizioni svantaggiate, quando in vacanza all’estero incontriamo connazionali… ci sono tanti motivi che ci fanno sentire uniti e oggi noi bambini siamo qui per dire a tutti che ci sentiamo fieri di manifestare la nostra appartenenza al popolo italiano.

Noi siamo ormai cittadini del mondo, ma non vogliamo dimenticare la nostra storia e la nostra identità. Prima di 150 anni fa la nostra penisola dalla caratteristica forma dello stivale, era divisa in 7 Stati sottoposti ad autorità straniere che erano: regno di Sardegna, regno Lombardo Veneto, ducato di Parma, ducato di Modena, granducato di Toscana, Stato della Chiesa e regno delle Due Sicilie, ognuno delle quali aveva lingua, storia, cultura, usi e costumi propri. A metà del 1800 non esisteva una lingua comune, gli italiani italofoni nel 1861 erano solo una minoranza, per la maggior parte Toscani. Tutti si esprimevano nel proprio dialetto e in Piemonte si parlava francese. La popolazione delle Due Sicilie chiamava "forestieri" gli altri abitanti degli Stati vicini, ed i Piemontesi, quando si spostavano dal loro stato, affermavano che andavano "in Italia"; praticamente il popolo considerava "patria" il proprio stato d'appartenenza. Ma nella Penisola si viveva sotto uno stesso tetto (le Alpi) e l'idea di un unico Stato Italiano come Patria comune come lo era stato più volte nel corso della storia, divenne una necessità.

I vecchi libri scolastici contengono notizie storiche molto parziali che hanno sempre dipinto l’Unità d’Italia come voluta dal popolo, come un evento naturale ed i suoi fautori come eroi; invece, da anni storiografi e studiosi stanno rivisitando questi avvenimenti e stanno scoprendo altri documenti che portano alla luce svariati eventi, oltre a quelli già indicati, che dimostrano come, pur essendo l’Unità molto necessaria, la stessa si verificò malamente, con enorme spargimento di sangue e che portò devastanti conseguenze che subiamo ancora.

Oggi si parla di un’espansione territoriale dei Regni del Nord governati dai francesi (i re Savoia), per accorpare il Sud al resto del Paese. Essa fu voluta da poche persone che avevano formato una società segreta, la massoneria, per unificare l’Italia con l’aiuto delle grandi potenze europee dell’epoca, cacciare austriaci e spagnoli (i re Borboni), con i quali erano in guerra, e confiscare i loro beni e territori, compresi quelli della Chiesa alla quale non si riconosceva nessun diritto.

Comunque sia, ricordiamoci di Mazzini, Cavour, Vittorio Emanuele II, Garibaldi, perché sono stati i protagonisti dell’unità d’Italia.

Di fronte all’occupazione piemontese, il popolo rimase sordamente ostile, perché legato all'autorità borbonica non percepita come nemica e alla Chiesa cattolica, che era una delle fonti istituzionali nella quale si trovava accoglienza. In questa situazione di conflittualità con gli invasori, nacque il brigantaggio come legittima difesa e resistenza. Ma tale fenomeno ricordato nei nostri manuali come brigantaggio in realtà fu una guerra civile che sconvolse l'intero Sud.

Scrive Antonio Gramsci in "Ordine Nuovo", 1920: "Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti".

L'esercito sabaudo non riuscì per lungo tempo a venire a capo della ostinata guerriglia condotta da un numero inferiore ed estremamente fluttuante di armati, ma la proclamazione dello stato d'assedio, la legislazione eccezionale, le atrocità, le stragi indiscriminate, il terrore, il tradimento prezzolato stroncarono la volontà di resistenza della popolazione.

Gli sconfitti lasciarono le loro terre e alimentarono la gigantesca emigrazione verso l'America.

Ancor di più, dunque, ci sentiamo legati alla nostra Italia, nata dalla sofferenza della nostra gente. Ancor di più vogliamo sentirci uniti sotto un’unica bandiera e ricordare con riconoscenza tutto quello che grandi uomini e donne della storia hanno costruito, per regalare a noi, loro eredi, questa Patria, che è la patria delle università, della scienza, della medicina, dell’arte, di Dante, Giotto, Cimabue, Petrarca, Manzoni…

La storia degli stati pre-unitari è storia sovente gloriosa, di repubbliche come Genova e Venezia, che hanno dominato i mari, di città rinascimentali come Firenze, delle decine di capitali che costellavano la nostra penisola… Insomma, il “bel paese” dove i romantici venivano a godere l’arte, la poesia, la musica, la buona cucina…

Oggi il nostro è uno splendido Paese dalle bellezze artistico-architettoniche e dall’importante patrimonio paesaggistico, fatto di natura, di verde, di meraviglie panoramiche, di angoli ancora incontaminati, tanto colore e tanta allegria.

Noi la vorremmo perfetta, ma purtroppo ci sono anche situazioni di immoralità, di imbrogli, di truffe, di evasione fiscale, di corruzione, di delinquenza minorile, di mafia, di droga, e poi la disoccupazione, la crisi economica, i servizi pubblici che non sono finanziati per mancanza di fondi, la povertà delle famiglie con un solo reddito, e poi ancora disagio sociale e dispersione scolastica, crisi di valori che sfasciano i matrimoni e le famiglie, emergenza educativa, e ancora emigrazione degli italiani verso altre Nazioni in cerca di lavoro e immigrazione di popoli stranieri che fuggono dai loro Stati e dalla loro povertà, illudendosi che in Italia possano trovare posto per tutti e quindi necessità di dialogo, integrazione, accoglienza e collaborazione, poi problemi di mala sanità e di mala giustizia… e tanto altro ancora.

E noi? Toccherà a noi bambini costruire un futuro fatto di amicizia, di verità, di onestà, di pace, di fratellanza, di impegno, di solidarietà, di scuola, di famiglia, di lavoro, di gratitudine, di festa…

Ma oggi festeggiamo il compleanno dell’Italia e i suoi protagonisti che sono gli Italiani, considerati nella loro diversità e raccontati in tutte quelle fasi che li hanno visti unirsi in un sentimento di comune appartenenza. Queste tappe fanno parte di un percorso lungo 150 anni durante il quale “siamo diventati italiani.

Ricordiamone alcuni a noi più vicini che hanno fatto grande l’Italia nel mondo: il principe della risata Totò, i cantautori Lucio Battisti, Adriano Celentano, Fabrizio de Andrè, l’imprenditore fondatore della casa automobilistica Enzo Ferrari, il generale Dalla Chiesa, il sacerdote don Pino Puglisi e i giudici uccisi dalla mafia Falcone e Borsellino, l’imprenditore e industriale fondatore della Fiat Gianni Agnelli, il campione di calcio Roberto Baggio, i cantanti lirici Luciano Pavarotti e Andrea Bocelli, il presidente della Repubblica Sandro Pertini, gli attori di cinema e teatro Sofia Loren, Anna Magnani, Vittorio de Sica, Alberto Sordi, Vittorio Gasmann, Peppino e Edoardo de Filippo, la scienziata Rita Levi Montalcini, i campioni olimpici di Atletica leggera Pietro Mennea e Sara Simeoni, lo stilista di moda Giorgio Armani, lo statista ucciso dal terrorismo politico delle Brigate Rosse Aldo Moro, i comici che hanno fatto la televisione italiana Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, i direttori d’orchestra  Auturo Toscanini e Riccardo Muti, il campione di motociclismo Valentino Rossi e di ciclismo Marco Pantani, i registi Federico Fellini e Franco Zeffirelli, il santo francescano Padre Pio da Pietralcina, il sacerdote educatore don Lorenzo Milani, i musicisti Giuseppe Verdi e Gicomo Puccini, il fisico Enrico Fermi, gli scrittori e poeti Pirandello, Quasimodo e Montale … e tanti, tantissimi altri. E a tutti diciamo: grazie!

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per il centocinquantenario dell'Unità d'Italia ci dice: "L'Unità d'Italia fu perseguita e conseguita attraverso la confluenza di diverse visioni, strategie e tattiche, la combinazione di trame diplomatiche, iniziative politiche e azioni militari, l'intreccio di componenti moderate e componenti democratico rivoluzionarie. Fu davvero una combinazione prodigiosa, che risultò vincente perché più forte delle tensioni anche aspre che l'attraversarono. Tutte le iniziative in programma per il 150° fanno tutt'uno con l'impegno a lavorare per la soluzione dei problemi oggi aperti dinanzi a noi: perché quest'impegno si nutre di un più forte senso dell'Italia e dell'essere italiani, di un rinnovato senso della missione per il futuro della nazione. Ieri volemmo farla una e indivisibile, come recita la nostra Costituzione, oggi vogliamo far rivivere nella memoria e nella coscienza del paese le ragioni di quell'unità e indivisibilità come fonte di coesione sociale, come base essenziale di ogni avanzamento tanto del Nord quanto del Sud in un sempre più arduo contesto mondiale. Così, anche nel celebrare il 150°, guardiamo avanti, traendo dalle nostre radici fresca linfa per rinnovare tutto quel che c'è da rinnovare nella società e nello Stato".