Circolo Didattico "CROSIA-MIRTO" (CS)

 

IL TRAPIANTO E’ VITA

2° EDIZIONE CONCORSO

"Raccontiamoci...
Tommasino Brunetti"

 

 

Martedì 9 Maggio 2006, nel salone della Scuola Primaria di Via dell’Arte si è svolta la premiazione della 2° Edizione del Concorso “Raccontiamoci … Tommasino Brunetti”, indetto dall’AIDO, dal Club del Libro della Sibaritide e dalla famiglia Brunetti-Abruscia, in ricordo e in onore del compianto Tommasino Brunetti. La cultura del trapianto è un seme importante che come Scuola ci siamo impegnati a seminare nei nostri alunni. Sensibilizzare alle problematiche legate alla donazione degli organi è un dovere come cittadini ancor prima che come docenti. Gli alunni, come sempre, hanno partecipato attivamente dando il meglio di sé; così facendo non hanno che sottolineato che trapianto oggi vuol dire vita. La manifestazione si è aperta con il saluto del nostro Dirigente Scolastico, sempre aperto a questo tipo di iniziative, che si è congratulato con i promotori  del Concorso, con i Docenti che hanno fatto partecipare le loro classi e soprattutto con gli alunni, che sono stati capaci di tanta ricchezza di riflessioni sul valore della donazione degli organi.

Inss. Marino e Mileo

I premiati sono stati:

1° Classificato MATTIA MADEO classe 5A Via del Sole

     “Il Pianeta Organus”

2° Classificato CLASSI 2A-B VIA DEL SOLE

     “L’Angelo Bambino”

3° Classificato CLASSE 3A SORRENTI

      “Pioggia, la passeretta senza aluccia”

4° Classificato fuori concorso 5B SORRENTI

Premio “Speciale” offerto dalla famiglia Brunetti

      Cronaca: “la luce dei miei occhi”

 

 

 

1° Classificato

“IL PIANETA ORGANUS”

Sul pianeta Organus ho visto cose fantastiche e meravigliose che a raccontarle, non credo per primo alle mie stesse parole. Ecco! In quel paese abitano i Riproduciorgani, esseri che hanno visi pelosi e capelli spinosi, piedi con più di cento dita. Poi, in fondo alla schiena, spunta una specie di coda. Quando tossiscono dalla loro bocca sgorgano cuori e, faticando, sudano polmoni e fegati. Ora vorrei parlare dei loro organi, ma lo confesso ho timore d'essere scambiato per un mentitore. Però non so resistere. I Riproduciorgani hanno gli occhi, il cuore, il polmone e il fegato asportabili. Chi vuole, quando ha da guardare, da respirare, da vivere ecc..., se li cava e li rimette al loro posto e ritorna come prima. Figuriamoci: ho pensato a quanti esseri umani in fin di vita, che per un incidente qualsiasi hanno perduto ì loro organi, come sarebbe fantastico, poterseli prestare per sempre. Pensate un umano che chiede a un Riproduciorgano: "mi presti un polmone?”. “Anche tutte e due, tanto sono ricco e ne ho una scorta”. Insomma, questo io ho osservato attentamente sul Pianeta Qrganus_ e lo rivelo con sincerità. Se non volete credermi, peggio per voi, non vi resta che salire lassù e verificare di persona. Ah, vi consiglio di portare con voi milioni di frigoriferi per la raccolta differenziata di organi per la salvezza degli esseri umani malati.              

Mattia Madeo

classe 5A Via del Sole

 

 

2° Classificato

“L’ANGELO BAMBINO”

Un piccolo angelo se ne stava tutto solo in un angolo del Paradiso. Era arrivato da poco e non aveva molti amici. La Madonna lo vide, si avvicinò e gli chiese con dolcezza: "Perché sei tutto solo? Dove sono i tuoi amici? Perché quel faccino triste?”. "Non so perché, ma osservando i bambini sulla Terra che corrono e giocano felici, mi è venuta voglia di giocare con loro", rispose l'Angelo Bambino. "Allora vai! Sbrigati cosa aspetti?”. L'Angelo Bambino si vestì avendo cura di nascondere le sue ali e volò velocissimo sulla Terra.
Appena arrivato si unì ad un gruppo bambini e giocò con loro. Adesso era felice, era un bambino come tutti gli altri. Ma ohimè in un angolo del cortile dietro un grande albero c’era un Angelo della terra che se ne stava triste e solo. I suoi occhi erano spenti e non vedevano i colori dei fiori, l’azzurro del cielo e la luce del sole. L'Angelo Bambino capì: doveva aiutarlo.

Si tolse i vestiti e rimase con la sua candida tunica e la sua splendente aureola. Come d'incanto l'aureola irradiò una fortissima luce che accese gli occhi dell'Angelo della Terra. Il bimbo, felice si unì immediatamente ai suoi amici e cominciò a giocare.

L'Angelo Bambino ritornò in Paradiso e non fu mai più triste perché sapeva che un poco della sua luce era rimasta sulla Terra a giocare e correre insieme agli Angeli della Terra.

Classi 2A-B Via del Sole

 

 

 

 

 

3°Classificato

“PIOGGIA, LA PASSERETTA SENZA ALUCCIA”

In un grazioso paese di campagna, sul letto di una casetta abbandonata, viveva una famiglia felice di passerotti. Papà Ciop e mamma Cep respiravano il dolce profumo di Primavera appena giunta. Mamma passera covava le sue tre uova e Ciop le portava tanti fili d’erba fresca da mangiare. Venne il tempo in cui le uova si schiusero e dai gusci, pian piano, uscirono tre bellissimi uccellini. Luna era grande e vispa; Musa era calma e tranquilla; Pioggia, l’ultima nata, era piccola e gracile. I loro genitori cinguettavano contenti di annunciare a tutti la loro gioia ed iniziarono a mostrare ai loro piccoli come volare. Purtroppo la loro felicità durò solo poco tempo, perché Ciop vide che Pioggia aveva una sola aluccia. “Come faremo? La nostra piccola è destinata a morire!”.

I giorni seguenti trascorsero nella disperazione, finchè da lì passò Stella, una fata uccellina, che disse loro: “Un malvagio cacciatore ha colpito una nostra amica che non vivrà a lungo, ma non morirà inutilmente”. I genitori di Luna, Musa e Pioggia non capirono ma subito si presentò ai loro occhi una scena sorprendente: Pioggia sbatteva le sue DUE ALI e volava, volava, volava sempre più su e sempre più felice.

Classe 3A Sorrenti

 

 

 

4° Classificato fuori concorso. Premio “Speciale” offerto dalla famiglia Brunetti

STORIA DI UN ATTO D’AMORE VERO:

"LA LUCE DEI MIEI OCCHI"

Bologna 14 dicembre 1991

- Mamma, domani mattina tomo a casa. Claudio mi darà un passaggio. Partiremo presto. Sai mamma, porterò quasi tutta la mia roba: molte cose vanno lavate altre aggiustate. Avrai un bel po’ da lavorare in questi giorni che precedono il Natale! Mi manca solo da comprare qualche regalino, cosa che farò nel pomeriggio. A domani mamma!

15 Dicembre 1991

- “Sei pronto Giuseppe? Ti do una mano per portare le valigie?” - “Potrei farcela, ma se mi aiuti è meglio.” - “Penso che faremo un buon viaggio perchè il tempo non è cattivo.”  - “Ascoltiamo un po’ di musica?”. La strada scorre veloce alle mie spalle ed il pensiero va alle tante cose che devo fare e alle persone care che mi aspettano. - Siamo quasi vicino Ortona! Poi la macchina sbanda. Una violenta frenata … un grande buio mi avvolge. Vedo il mio corpo immobile, distante, rinchiuso fra i rottami dell'auto. Qualcuno si ferma... Guarda tra le lamiere contorte... osservano i nostri corpi. Claudio si muove, mentre il mio corpo continua. a rimanere immobile. Con lo sguardo, stranamente, vedo anche mamma, papà e mia sorella tranquilli in casa. Squilla il telefono … Mia zia da Bologna, con uno strano tono di voce, parla con mia madre di me. La disperazione sì impossessa di loro. La mamma è immobile, pallida, impietrita, senza parole;  mio padre e mia sorella gridano in lacrime, telefonano, corrono per la casa sconvolti, si avvicinano alla mamma che sembra di essere stata proiettata in un altro mondo. Mi rendo conto finalmente di essere morto. Penso al mo desiderio di sempre di donare, in caso di morte, i miei organi (possibilmente a persone non più tanto giovani), ma non mi ero mai iscritto all'AIDO. Ed ecco che i miei ricordano … e decidono di esaudire le mie volontà, nonostante il grande, indescrivibile dolore dei momento. Sono contento di questo loro coraggio nell'affrontare tutti i passaggi per l’espianto dei miei organi. Sento il buio allontanarsi da me, mentre vedo una piccola luce lontana che brilla su un volto. Presto questo volto vedrà la luce dei sole, il cielo stellato, l'alba, il tramonto, i fiori dei campi, il mare, i dolori dell'arcobaleno, le pagine dei libri … La luce dei miei occhi vivrà nella luce di occhi prima oscuri. E’ meraviglioso sapere che il mio morire non è stato solo un momento di dolore  per chi mi ha amato e mi amerà sempre. Quel dolore si allevierà un po’ ogni giorno pensando che VIVO ... VEDO …

Classe 5B Sorrenti